Quello dell’happy hour a Roma è ormai un vero e
proprio rito. L’abitudine di incontrarsi dopo il lavoro per bere un drink o un
aperitivo in compagnia di amici e colleghi è entrata a far parte della
quotidianità e del vivere comune, con piccole sfumature che differiscono a
seconda della zona d’Italia in cui ci si trova. Che si scelga di sorseggiare
uno Spritz a Venezia o un calice di Grillo a Palermo, la formula non cambia poi
molto e neanche l’intento: ritrovarsi e trascorrere insieme qualche ora
spensierata. Tuttavia non tutti sanno che, in realtà, esistono delle sottili
differenze tra quello che viene comunemente chiamato “aperitivo” e quello che
invece prende il nome di “happy hours”.
L’aperitivo
Darsi
appuntamento per un aperitivo è ormai un must, un’abitudine ormai profondamente
radicata tra giovani e meno giovani di tutta Italia. In realtà le origini
dell’aperitivo sono piuttosto antiche. Già nell’antichità i romani usavano bere
il “mulsum” una bevanda a base di vino e miele e anche l’etimologia della
parola sembra derivare dal latino “aperitivus” (“che apre”), per indicare una
bevanda che “apre” i pasti, stimolando l’appetito. Nella sua più moderna
accezione, l’aperitivo nasce nel 1786 quando a Torino nasce il Vermut prodotto
mescolando vino bianco e un infuso di 30 spezie: la formula riscuote grande
successo e inizia ad essere prodotta da Martini&Rossi e da Cinzano, poi
esportata in tutto il mondo con il nome di Martini e usata come base per
numerosi cocktail. Dalla fine dell’800 in poi, quella di gustare un cocktail in
compagnia diventa una vera e propria moda, prima nelle grandi città e poi pian
piano nel resto del paese e nel mondo intero. Oggi l’aperitivo è inteso come
l’abitudine di sorseggiare un cocktail (analcolico o alcolico) o un calice di
vino in compagnia, da accompagnare ad olive, snack e patatine e tartine a
partire dal tardo pomeriggio per stimolare l’appetito prima della cena.
Un aperitivo “rinforzato”
Accanto al
tradizionale “aperitivo”, quella dell’happy
hour a Roma è un’abitudine ormai diffusa e consolidata. Come accennato, la
differenza rispetto all’aperitivo è piuttosto sottile ma merita di essere
chiarita. L’happy hour nasce come trovata promozionale dei bar e dei pub
anglosassoni per stimolare il consumo di bevande alcoliche (birra, vino,
cocktail) proponendoli a prezzo ridotto in una determinata fascia oraria. La
formula nasce proprio quando i pub anglosassoni iniziano a proporre
consumazioni a prezzi vantaggiosi per un intervallo di un paio d’ore nel tardo
pomeriggio. Nell’attuale accezione, l’happy hours rappresenta proprio un
intervallo “felice” nel quale è possibile rilassarsi e concedersi un cocktail
in compagnia, accompagnato da un buffet ad una cifra accessibile. Si tratta,
quindi, di un aperitivo “rinforzato”, di un cocktail accompagnato da abbondanti
stuzzichini in grado di sostituire la cena. Chi è in cerca di un locale per l’happy hour a Roma può scegliere ogni
giorno le proposte e le divagazioni del Boogie Club, con ottimi cocktail e
tanti gustosi sfizi salati.